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Il disordine sociale non e' rivoluzionario

Il disordine sociale non e' rivoluzionario
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 03/02/2017

Da alcuni anni, noto un peggioramento per ciò che riguarda i comportamenti degli esseri umani quando si trovano fuori dalle loro abitazioni.

Di pari passo al perdurare della cosiddetta “crisi economica” e della costante eliminazione dei diritti civili, la popolazione risponde in maniera scomposta, ma non indirizzando il proprio malcontento contro chi dimentica di gestire saggiamente la cosa pubblica: i cittadini italiani, se la prendono coi propri simili.

In pratica: il costante e crescente senso di insoddisfazione, di paura per il futuro, di sfiducia in generale, sta facendo montare una sorta di rabbia tra simili, come se, reagire malamente contro i propri connazionali, potesse in qualche modo, sedare la rabbia covata ormai da tempo.

Il cittadino medio italiano, non si ribella al sistema, ma a se stesso. E’ convinto probabilmente, che è il vicino di casa a opprimergli l’esistenza, negargli diritti e via discorrendo, non la politica, non il sistema che – palesemente – sta procedendo sulla strada della distruzione totale delle classi medie e povere.

Ecco quindi che, per soddisfare la bramosia di vendetta, si genera una moltitudine di comportamenti che chiamare maleducati è dir poco: basta uscire di casa, prendere la macchina e addentrarsi nel traffico cittadino, per constatare quanto scrivo. Il caos è ormai generale.

La circolazione stradale spesso degenera in quanto sono poche le persone a seguirne le regole. E chi si permette di far notare un comportamento sregolato, come minimo di becca un “Vaffanculo”. D’altronde, molti italiani hanno risposto positivamente al suono delle sirene di Grillo, che a capacità di aizzare la rabbia popolare, senza però indicare nel dettaglio come e contro chi, è senz’altro meritevole di attenzione.

Ma le strade cittadine sono solo uno dei tanti esempi. Uffici pubblici, negozi, farmacie, mezzi pubblici,  palestre, parcheggi, ascensori, scale, marciapiedi…ovunque si possa incontrare un proprio simile, si potrà constatare un livello molto basso di rispetto degli spazi altrui e delle minime regole di educazione.

Non è tutto, ovviamente. L’andazzo generale, ci parla di cittadini che ormai tendono in ogni modo a non osservare le regole comuni.

In alcuni casi, se ne comprende la ragione: subire ad esempio, un sistema fiscale così vessatorio, non permette poi a tutti di pagare quanto lo Stato ritiene necessario per continuare a sostenere se stesso…

Tornando al tema del disordine comportamentale in seno alla popolazione: non parliamo degli anziani. Qui il discorso è a due sensi. C’è quello che ci rivela una sistematica azione di mancanza di rispetto nei confronti degli anziani, e quello che ci mostra un popolo di anziani spesso arroganti, con tutti. La rabbia per non aver saputo guardare in tempo alla realtà, deve bruciare parecchio, specialmente a chi ricorda tempi migliori.

Saluti educati, sorrisi, “grazie” “prego” e tutto l’armamentario che ci distingue un poco dalle bestie, sono banditi.

Spesso faccio una sorta di esperimento. Esco per strada a fare una passeggiata, e se incrocio un passante anziano, provo a sorridergli. Poche le persone che non mi guardino con sospetto e rispondano con un sorriso al mio. Provate poi, a sorridere a un bambino corredato di mamma: nel 99,9% dei casi, la gentil donna vi guarderà nel medesimo modo in cui guarderebbe un pedofilo nell’atto di sottrargli il beneamato pargolo.

Comprendo che i tempi siano i peggiori degli ultimi anni, ma attenzione: non è così che ricostruiremo una nazione. Comportarsi male coi propri simili, per poi non fare assolutamente nulla contro chi genera anche questo tipo di dissesto sociale, non solo non porta a nulla, ma col tempo potrebbe sfociare in azioni violente. A cosa serve se non a peggiorare la situazione generale?

Ritengo che, il livello generale in pericoloso slittamento verso il basso, ci porterà a una guerra civile ma al contrario: non contro i veri rei della situazione civile nazionale, ma contro le vittime. Anche se, bisogna ammetterlo, come non nutrire rancore contro i propri connazionali che, ancor oggi, non muovono un dito per rinunciare – finalmente! – alla schiavitù socio economica imposta dal sistema?

Come uscirne: non è certamente aderendo a un modello negativo, che ci viene da chi governa il paese, che l’Italia – intesa come popolazione – diverrà migliore. Anzi.

Somigliando sempre più agli aguzzini, ne approveremo le gesta. E ne diventeremo complici.

Pochi anni fa, fu pubblicato un mio articolo, sul tema dell’educazione civica, cancellata da anni dai programmi scolastici. Fu un articolo molto apprezzato e diffuso sul web, che vi ripropongo di seguito.

Piuttosto che somigliare alla fonte delle problematiche civili, dovremmo divenire sempre meno eguali. Solo così infatti, potremo riprendere in mano la situazione, tornare a fare il nostro mestiere di Opinione Pubblica e chiedere la rimozione dai loro posti, di coloro che si macchiano di ogni tipo di abuso contro la popolazione.

Il mio articolo sull'educazione civica

Educazione civica: la sola rivoluzione coerente

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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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